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La Storia

La ITOM è stata fondata nel 1948 a Sant'Ambrogio di Torino dove nel 2010 le è stata intitolata una strada: "Via ITOM". La produzione è stata dapprima limitata ai motori ausiliari da applicare alle biciclette, in seguito ai ciclomotori di produzione propria , motore compreso; quest'ultimo fatto la distingue dalla maggioranza dei produttori nazionali coevi che utilizzavano come unità motrici i diffusissimi motori prodotti dalle case specializzate Minarelli e Franco Morini.

La produzione della ITOM  rimase limitata ai soli ciclomotori con le eccezioni, nel settore dei motocicli targati, rappresentati dal Tabor, un modello di 65 cc. comunque derivato dai vari modelli di 50 cc e da due modelli di moto da fuoristrada, presentati all'esposizione internazionale del ciclo e motociclo di Milano nel 1973: un modello da cross chiamato Gringoo con motore Zundapp 125 a 5 marce ed un modello Enduro dotato di motore Minarelli 125 a 5 marce. La produzione 50 cc spazia dai modelli monomarcia ai due marce, tre marce ed anche agli sportivi quattro marce, questi ultimi prodotti sia in versione Sport/Competizione che in versione Cross/Regolarità.

Il modello più famoso della ITOM rimane l'Astor, modello che nelle sue versioni più performanti verrà largamente utilizzato nelle competizioni, sia da molti corridori privati che da vari preparatori e anche dalla ITOM stessa con le partecipazioni a livello nazionale (conquista del titolo di Campione Italiano della Montagna 1966 da parte di Sergio Bongiovanni , pilota ufficiale della casa). Da segnalare qualche sporadica partecipazione anche al Campionato del Mondo della classe 50 cc da parte dei Team privati (famoso in Inghilterra quello della concessionaria Tooleys).  Proprio in sella all'Itom Astor iniziarono la loro attività agonistica piloti destinati in seguito a diventare Campioni del Mondo: Mike Hailwood, Bill Ivy, Dave Simmonds e ancora meritevole di citazione, la signorina Beryl Swain che partecipò al Turist Trophy 1962, prima donna a partecipare (ed a piazzarsi) alla durissima competizione mondiale dell'isola di Man.

Grazie ad una linea piacevole e sportiva unita a prestazioni davvero al top della categoria nonché ad un rumore (meglio sarebbe definirlo musica) di aspirazione e scarico esaltanti. Il piccolo Astor Super Sport 4 marce è quasi subito un mito.
Riconosciuto ed apprezzato dagli adolescenti come “litomgiallo” è un modello dotato di telaio monotrave superiore di colore bianco, integrato da due bretelle imbullonate al canotto di sterzo ed al sottocarter.
La forcella a foderi chiusi è di tipo meccanico mentre gli ammortizzatori posteriori sono a molle scoperte.    
Il serbatoio tondeggiante ha dimensioni normali e lascia lo spazio necessario al montaggio della sella con codino sufficientemente lunga da permettere il trasporto di un eventuale passeggero.
Il vero pezzo forte del Super Sport è però il motore che ha dimensioni quadre, distribuzione classica regolata dal pistone e camera di scoppio emisferica.
E’ caratterizzato da un’alettatura abbastanza estesa e monda della cosiddetta versione export un grosso carburatore Delll’ Orto UA 18S con aspirazione a cornetto. Lo scarico è sul lato sinistro del mezzo e utilizza un affusolato silenziatore.